dalla Predaia raggiungo Vervò.
i sette larici distendono lenzuola.
di verde accolgono la festa.
una domenica d’Agosto come tante.
il Brenta e l’Adamello orizzonti tracciati.
chiudono la valle.
la matita di un bambino disegna il campanile.
da sotto guardo l’abete.
altissimo sale a un punto imprecisato.
chiudo il contorno seguendo la strada.
lo schizzo rende l’idea.
perfetto per una fugace giornata.
felice di un amore che mi accompagna.
( 2007 )
Mi sovviene il ricordo del tutto,
il bisbiglio di una sua parte.
L’altra ( sopita ) afferra qualche voce
cercando di ricostruire il nesso.
Combatte l’idea – Dea confusa –
Evoca il dilemma delle parti.
Chi vince (Nessuno) avrà la soluzione,
chi perde riposerà nell’ignorante quiete.
*
Oggi ho parlato al tempo.
Ho chiesto una proroga.
La salute mi ha risposto
che niente può contro il fato,
il vero signore che scandisce,
regola il timer di ciascuno
pronto a esplodere
al primo starnuto
– alla prima rinuncia –
*
Percorsi divergenti,
vedo L’Io confuso.
Ripasso il giorno dopo
– mi dico –
Scelgo un’altra strada.
Mi oltrepasso dall’altro lato,
le solite vetrine
per comprare la mia inutilità.
*
Guardavo la Natura l’altro giorno.
Spontanea e giocosa mi sorrideva
autentica nel mescolare le forze,
passione in un’onda – mi sferzava il petto –
Il vento della sera si posava sul viso.
Immaginavo l’amore di una donna,
il suo ardore che si smorza come il mare all’alba.
I sentimenti come sassolini alla deriva
– scelgono altre rive –
*
Forse ricordo di essere stato bambino,
di avere un fratello lontano,
un amore importante.
Breve eclisse di luna piena,
breve stagione autunnale,
poco il tempo per pensare
di essere come sempre,
solo con il mio bicchiere
griffato Rosenthal e di cristallo.
*
Certo è che nessuno vuole
sparirsi dietro l’angolo.
Troppa importanza gli concede
il poco tempo rimasto
a specchiarsi
con un vetro riflesso
da pensieri onnipotenti
di spolia – vacuità –
*
Canto la voce di chicchessia.
Misera ugola tormenta il mistero
che gli fa sapere di chiedere
un obolo da versare per
ventriloqui saccenti.
L’origine non nasce qui.
Lontano l’ode dello strumento
osanna il vero Dio.
*
Nella frenesia del mio ritmo
mi attardo in pause di pensieri.
Ottave di molecole concludono
la misura pronta a ripartire,
per successivi quarti
accelerano sperando
in un inciso diverso.
Nuovo spartito a due quarti
per rileggerci nell’oblio
– di quel leggio –
*
La distanza tra me e me,
univoca coincidenza
di dicotomica ragione-follia,
unico rimedio per sorseggiare
l’amara medicina per la mente.
Vacilla e non so quanto
potrò tenere a freno
una delle due ragioni.
*
Sono stanco
di dire,
di non essere ascoltato.
Tra isteriche voci
il dissenso
quieta
la mia.
*
Un tempo che ci molla
come una brutta storia.
Nebbia di sentimenti
a banchi accelera la paura.
Cerco di passare indenne
tra pensieri in dissolvenza,
un pallido sole talvolta fa capolino.
*
Mi sento svuotato,
ogni volta che partorisco
due parole sintesi
di cinquant’anni
che non riesco
a coniugare.
*
Una dolce musica di sottofondo,
la funk odissey di Jamiroquai.
Ben altra quella di Ulisse,
la voce suadente di Nausica,
Polifemo mi aspetta fuori,
uno dei tanti orbi.
*
Talvolta rifletto
quando la fretta giunge
in ritardo e la voglia
di confondermi con il branco
mi concede una tregua.
*
Vorrei poter amare
o già amo la mia donna,
perchè poi Mia
se il suo Amore non è
Amore per il mio
Amore?
*
Ricordi di mia nonna,
la bellezza del suo sorriso.
Occhi verdi mi scrutano
quasi a carpire quello sguardo
di un bambino melanconico
che quel giorno l’ha accompagnata
mano nella mano al di là del tempo.
*
Poeta non devi – scrivere –
Devi solo essere,
sentire il fardello
di quella lontana domanda
a cui non puoi rispondere
e mai potrai
o forse
potrai giungere al suo limite.
*
Mi sorprendo talvolta
a essere come gli altri
che talvolta detesto
con tutte le mie forze
e forse uno specchio
talvolta potrebbe riflettere
quella mia immagine ripugnante
( 2002 )
questa mattina osservavo
una signora della Milano bene
a braccetto con un’elegante donna
con il burka
attraversavano il semaforo
e occhi sbigottiti
guardavano questa strana coppia
e riflettevo su come fosse
ancora lontano
l’altro lato della strada
al segnale del verde
motociclisti irrequieti
ripartivano con un sospiro di sollievo
*
this morning I noticed
a lady from the Milan beau monde
arm-in-arm with an elegant lady in a burka
as they were crossing at the light,
people looked at the strange couple
bewildered and confused
and I was thinking that the other side of the road
was still far-away
when the light turned green
restless motorcyclists took off
breathing a sigh of relief
Traduzione di Maria Burnett
( 2005 )
quando il tempo assottiglia la foglia chiusa tra le pagine di un vecchio album che, giovani, riempivamo di belle speranze il domani ci appare nelle vesti di quella saggezza sprecata nell’adolescenza del pensiero che, fattosi adulto, riconosce la futilità del proprio vivere
when time thins out the leaves in between the pages of an old album that when we were young we used to fill with dreams and hopes, tomorrow appears to us as wasted wisdom of our adolescent thinking that, now mature, comes to grasps with the futility of its existence
( 2006 )
IL MONTE ANALOGO
rivista di poesia e di ricerca
Venerdi’ 30 marzo 2012 alle ore 18
Al negozio civico
CHIAMAMILANO
Largo Corsia dei Servi – 20122 Milano
MM1 San Babila
Letture di poesie dal N° 14 (dicembre 2011)
Il Monte Analogo, rivista semestrale sorta a Milano nel 2004 su iniziativa del poeta Giampiero Neri, promuove le sensibilità artistiche individuali, pubblica su ogni numero i testi di circa quindici poeti approvati da tutta la redazione e propone incontri fra i lettori della rivista e le più promettenti personalità creative del nostro tempo
Sono invitati 14 poeti pubblicati su questo numero e precisamente
Rinaldo Caddeo
Emanuela Cavallaro
Anna Maria De Pietro
Veronica Fallini
Maurizio Gramegna
Francesco Iannone
Alessandro Magherini
Paolo Pagani
Ernesto Ponziani
Marco Saya
Stefano Santosuosso
Wolfango Testoni
Flavio Vacchetta
Patrizia Villani
nonché altri poeti pubblicati nei numeri precedenti.
Alla recitazione assisteranno
(si el tiempo no lo impide)
– e con libertà di parola –
i direttori e i redattori della rivista,
collaboratori, critici e altri addetti ai lavori,
simpatizzanti e passanti.
Alla fine piccolo rinfresco autogestito
quanto importa
del contorno
di trucioli
truciolati sminuzzati
nel calderone pop che una minuzia
non fa differenza,
quanto importa, dunque?
*
cosa ci stiamo a fare
svestiti
e allunghi l’occhio
alle scarpe s-lacciate
con la terra dell’asfalto
– sotto – e gli occhi tacciono.
*
qualcosa nella dis-missione
di qualche colore esterno
a cornici
in un altro muro,
in altre pareti,
in altre case,
dovunque,
accade.
( 2011 )