L’aritmetica della pazzia
Prendete una villetta con giardino, un cane, una famiglia,
parenti affettuosi,
amici numerosi, vacanze al mare. Prendete un padre buono
e una madre accondiscendente.
Togliete la villetta con giardino e mettete una stanza allagata
e scrostata.
Togliete il cane e mettete un vibratore.
Togliete la famiglia e mettete una badante rumena che non
lava i piatti, un padre disagiato,
una madre depressa.
Togliete i parenti affettuosi e mettete datori di lavoro
esigenti.
Togliete gli amici numerosi e mettete solitudine.
Prendete un uomo che vi completa.
Ed ora toglietelo.
*
Dice che vent’anni sono comunque troppo pochi
e che le cose si fanno in due. Si pulisce
la bocca nel tovagliolo
piegato a cono
del ristorante.
Appartiene al passato. Adesso le foglie
rotolano
nel porticato, e viene sera velocemente.
Ho una casa immensa, un vecchio pianoforte a coda
e un uomo
in blue jeans e maglietta
che dorme coricato al mio fianco.
Mi sembra tutto immobile.
Il pomeriggio non esiste.
Il peso degli oggetti è diminuito
drasticamente.
*
Quando scoppierà la prossima guerra
non mi sai dire dove saremo, dove sarai
non mi sai dire nulla
d’altro canto la guerra sarà domani o dopodomani
o domani l’altro ancora
(e io resto davvero a piegare i miei vestiti da quattro soldi
con cura?)
ad ogni modo non ci lascerà sorpresi
continueremo a lavorare dodici ore al giorno
anche se dove, esattamente, ora non me lo sai dire.