La saga dei drughi – 3 (Per chi suona la campana)

di poesiaoggi

La saga dei drughi – 3 (Per chi suona la campana)
di Marco Saya & Franz Krauspenhaar

Per chi sarebbe, ora, suonata la campana? Quali incontri ravvicinati attendevano i nostri proci eroi? Quale prossima moritura Sally sarebbe salita sulla cima dei nostri pennoni? O… un Leslie qualunque sarebbe stato portato via dal tornado drugo? Dove si sarebbero dirette, ora, le due lucciole intriganti con Sanremo contro? Mission possible, la pulizia territoriale dello stato nemico.
“Si potrebbe tutti quanti andare allo zoo comunale” dico a Ein. “Vengo anch’io” , apostrofa l’immobiliarista sotto casa. “No, tu no” rispondiamo entrambi alla scrofa che dopo un colpo di Krav Maga* stramazza sull’unico gradino rifinito a marmo. Il custode era l’obiettivo. Era turco. La Turchia confina con la Bulgaria, trallalà, trallalà. Ci dirigiamo, pedibus calcantibus, verso il bestiario. Volatili bastardi iniziano a volteggiare. Non mi chiamo Tippi e neppure Titty. “Mi sembla di avele visto un gatto”, esclamo! Inciampo su Minny. No, non siamo a Disneyland. Minny è la mia colf united colors of benetton. “che ci fai?”, le chiedo. Kunta-kinte woman, l’avevo acquistata in Kenia per un pugno di mosche, inizia a cantarmi Jesus is my life, Jesus is my life. “Sta male, sta male”, urlo! Corriamo dal veterinario, la Kapòkazzen apre Minny, ci infila una bambolina, la richiude dimenticando dentro gli spilli. Peccato, erano, a loro modo, delle brave ragazze, delle brave ragazze! Le seppelliamo assieme con dovizia di sevizie, con quei sorrisi avrebbero potuto dire ciò che volevano… Noi, i drughi dello zoo di Berlino, perché là ci eravamo diretti, novelli heroes del terzo millennio, prepariamo l’azione di accerchiamento del nemico.

Descrizioni dei Ruoli.

Inutile avere 100 snipers, non è così che si vincono le battaglie.
Prevedere al massimo 2 snipers in luoghi dove è possibile coprire il massimo spazio visivo possibile.
Se ho lo snipers, allora conviene affiancare un soldato che tenga d’occhio tutta la zona circostante questo perchè l’effetto tunneling non permette allo sniper di accorgersi di chi sguscia fuori alle spalle.
In situazioni di spazi aperti (quindi snipers appostati…) usare il binocolo e comunicare ‘Area Clear …’
Se ci sono Snipers, allora dire ‘SNIPERS’ , e approntare una tattica di accerchiamento.
Se possibile fare fuoco di copertura per il nostro cecchino che deve prendere la mira e avanzare i maniera da avvicinarsi a tiro GRANATA
Fucili a pompa solo in posti chiusi… all’aperto non servono tanto.
Bazooka possono essere un deterrente contro lo snipers… quindi come copertura (ne basta 1 con il bazooka)
Chi porta il lanciarazzi deve esere coperto dal compagno che ha una mitraglietta o fucile
Se siete provvisti di fucile non buttatevi come un kamikaze, ma sfruttate l’arma, ossia mantenete una certa distanza con il nemico.
Fare FRAG non vuol dire essere ganzo, bisogna lavorare in team, e a volte un sacrificio, può risolvere una partita
Farsi prendere dal cecchino , quindi farsi uccidere, serve poi al compagno di squadra, di sparare nel lasso di tempo che intercorre nella ricarica del fucile del bastardo.
Andare sempre accoppiati.
In situazioni al chiuso, uno lancia la granata, l’altro corre appresso la granata per fare irruzione (FF off si intende…)
In passaggi critici allo scoperto sempre fuoco di copertura, presso il nemico, altrimenti siete solo carne da macello.

Il tutto ci sembrava complicato. Lasciamo il videogioco. Facciamo quattro passi quattro infila per tre con il resto di uno, avvistiamo la turca, svuotamento incipiente delle olive snocciolate saclà, intravvediamo il turco ma-nnoooo, non era poi così sciiti-alevo, entriamo nel salonu, estraiamo le scemi-tarre barattate su e-bay per una dose di viagra non grav(i)a,”E adesso, occupiamoci di messer Peter Pan!” esclama Capitan Uncino-Ein, prendendo un grosso pacco. Spugna preferirebbe attaccare direttamente il ragazzo, ma il capitano spiega: “Ho dato la mia parola di non alzare dito, o uncino, su Peter Pan. E Capitan Uncino mantiene sempre la sua parola!” Così dicendo, cala il pacco nell’Albero. “Niente panico, Ein-gheneral è solo un Bill-ennium Bug!” “ Ora lo spam è in quarantine, cainissimo amico mio”, procediamo!
Una volta proceduto cerchiamo un crinutoriciuto transalpino tourdeFarciaconlentiques per giocare alla Legione Straniera. Quello sembra Maurice Ronet ne La piscina di Deray. A me e all’Ein andrebbe lo spupazzo bionico inculoalmondiko di una Romi Schneider ma non è gled aria nuova. Stikazz! Abbiamo pederastato abbastanza cartoon. Èoraèorapotereachilavora di passare al lungometraggio a culometri, come diceva uno zio di Condofuri (RC) drugo kalabronordico come me, ecco qual io sono assieme all’Ein, abbiamo dentro tutte le razze del mondo, bastardi dentro e fuori, cavecanem da cannone. Li abbiamo sparati fuori come concime vogtsbreitnergrabowskihoeness. Undsoweiter, molto karasciò. Ieri seduto sul W.C. di plexiglassphilip leggevo The wanting seed di Anthony Burgess, il nostro dio, il nostro kreator, il nostro UNDSOWEITER. Un glande irish molto karasciò che scriveva di tutto e di piume e quando Kubrick decise che film fare dopo lo Spazio OdisseiKo 2001 oh oh oh! scelse lui e noi. Drughi uh uhhhhh! Fatti e finiti! Kattivik tutti imbestialitik! Cazzo, (oh yeahhh!!!) con noi puttanaevakant non potevasi che dimostrare il grande eroico spurgo delle interiora subliminali! Con noi a karasciò sul mondofottuto e crasto, c’era solo da spalmare la Nutella nitroglicerinica sul paneazimuth! Mooolto kaarasciò, sì, fanculo at the canteen – vadavialchilum. Steve Winwood cantava welcome coi Traffic, col kazzo che abbiamo più quel 99 giri, l’ho venduto a un indiano di passaggio, poi l’ho picchiato a sangue e sempreunpo’dipiùarenatidà, botte da Polifemi Polident sul dental, e ho ripreso a piene mani il disco e l’ho venduto a un personaggio di Alta Fedeltà di Hornby, quel cazzuto romanzo di successo per niente per niente ma proprio per niente karasciò. Come se gli englishmen fossero tutti rincobilly come quelli… seeeeh, col kaiserfranz! Io vi dico qui sul tavolo come Mimmo Craig sull’Olio Sasso che in angliaterra ci sono rimbambini completamente fatted di substanzie stupefakant! Una Peter Stuyvessant e via andare a Ijmuinden, al porto, mit Marino Maglianibus und Kartollelnsalat! Sauerkraut per todoslosamigosdebuendìa, io spingo a folli faldoni il cordone sanitario e tutti fanno il morto. Con l’Ein avevasi voglia di picchiare a morte dei bambini in doposcuola scarpantibus. Ci appropinquiamo a una scuola elementare, giriamo attorno alla maestrina, le togliamo il cappottino rosso e via a darle calci fickofackoinbarracko nel derrick. Poi bacio della buonanotte, schiaffi anche al direttore scolastico baffuto faccia da George husband Mildred intervenuto a proteggere la sguinziallegra. I bambini piangono, fanno girogirotondogulpfumettiintivu, calci nel deretans, e ghe ne è per tutti ‘sti puttanelli tipo Confettura Santarosa, evvai!
In arrivo della pulottflottiglia io e l’Ein ce la diamo a legs levate verso il zentrum de zentrum della city babilobengodica. E che dio o chi cazzo sempre sarà per lui ci protegga per le solite marchette di noi giovani drughi assetati di sangueeeee, aaaaaamen.

*Il Krav Maga nasce dall’opera di sintesi di Imi Lichtenfeld su indicazione dell’esercito israeliano. Agli inizi degli anni ’50, parallelamente alla nascita dello stato di Israele, a Lichtenfeld viene richiesto di sviluppare un sistema di combattimento efficace ma rapido da apprendere, al fine di addestrare le neonate forze speciali israeliane, fin da subito impegnate in una durissima lotta. L’esperienza di Lichtenfeld influenzò pesantemente lo stile e la filosofia del Krav Maga. Grande ginnasta, pugile e campione di lotta libera, alla base teorica aggiunse una grande esperienza di lotta di strada, maturata in una gioventù in parte passata a lottare per la vita nei vicoli della Bratislava occupata dai nazisti. Il Krav Maga è una “tecnica di combattimento” semplice e pratica (chi la insegna preferisce non chiamarla arte marziale). Infatti è nata per essere appresa in breve tempo ed essere usata in un contesto bellico. Il Krav Maga predilige un approccio offensivo, che caratterizza questo sistema di combattimento. Se altre arti marziali tradizionali, soprattutto di matrice orientale, tendono ad associare oltre all’insegnamento delle tecniche un sistema filosofico e spirituale, il Krav Maga risponde a criteri di tipo militare quali l’efficacia e la rapidità con cui si arriva al risultato desiderato, che è la neutralizzazione dell’avversario.

Capitoli precedenti

https://poesiedomani.wordpress.com/2012/05/05/la-saga-dei-drughi-2-tannhaeuser/ 

https://poesiedomani.wordpress.com/2012/04/22/la-saga-dei-drughi-1-caccia-al-bulgaro/